Blog Vegetariano

domenica 30 gennaio 2011

L' IMPORTANZA DELL'ALIMENTAZIONE

Importanza-alimentazione
Il nostro organismo può vivere perché continuamente si svolgono in esso due funzioni fondamentali:La funzione plasticaIn dieci mesi circa il 70% delle cellule del nostro organismo vengono sostituite. Il nostro corpo è una realtà in continuo e rapido rinnovamento. Questo incessante ricostruirsi richiede “materiale di costruzione”: aminoacidi, acidi grassi essenziali, sali minerali, vitamine… , che devono essere forniti in quantità e qualità adeguata. Se questo non avviene la ricostruzione dei tessuti avviene male, con carenze che portano a malattie degenerative o a gravi disturbi metabolici.La funzione energeticaIl nostro organismo per funzionare deve essere rifornito costantemente di energia. Questa funzione è talmente fondamentale che vengono costituite delle riserve nel nostro organismo, per sopperire all'eventuale mancanza di ingestione di nutrienti. L'ingestione del cibo quindi, oltre alla funzione plastica, ha lo scopo fondamentale di fornire energia e rinnovare le scorte energetiche.
L'alimentazione alla base
Queste due funzioni sono interamente sopperite dall'alimentazione. Una buona o una cattiva alimentazione fanno la differenza tra stato di salute o stato di malattia. L'ingestione di cibi, la loro digestione, lo smaltimento delle scorie dei processi di assimilazione sono le attività più importanti per la nostra salute. Aver dimenticato questo principio fondamentale, che è stato alla base di milleni di medicina fino a pochi anni fa, ha predisposto il mondo contemporaneo ad una frequenza sempre più alta di malattie degenerative e di squilibri del sistema immunitario.

Una lunga storiaIl nostro corpo viene da una lunga storia. Si è evoluto per milioni di anni, adattandosi progressivamente attraverso insuccessi e cambiamenti alla realtà ambientale che lo circondava. Il mammifero uomo si scavato una sua nicchia, interfacciandosi con determinati nutrienti e rifiutandone altri. È una storia di cambiamenti lenti, quasi inavvertiti, che hanno prodotto il corpo che oggi abbiamo: con le sue esigenze e con i suoi limiti.
I cibi adatti a questo corpo sono quelli che lo hanno accompagnato in questo percorso di millenni. I cambiamenti sono a rischio: provocano crisi che chiedono adattamenti faticosi per l'equilibrio del nostro organismo. Il nostro corpo ha una certa adattabilità, ma solo entro un'oscillazione non troppo vasta e non troppo intensa. Quando il cambiamento è troppo radicale entra in crisi e si ammala.
In questi ultimi cinquant'anni sono avvenuti nel campo alimentare più cambiamenti che negli ultimi duemila anni. I nostri organismi non hanno avuto il tempo di adattarsi (occorrono migliaia di anni per l'evoluzione!) e reagiscono con disordini metabolici, con il crollo o il disordine delle difese immunitarie. Questa è la ragione per cui gli enormi miglioramenti nel campo dell'igiene e della terapie di emergenza non hanno dato che effetti limitati, molto inferiori alle possibilità che le scoperte scientifiche degli ultimi decenni hanno aperto alla salute umana.

Due possibilitàAbbiamo davanti a noi, per ottenere o mantenere una buona salute, solo due possibilità:
• correggere le abitudini alimentari e le altre impostazioni di vita (stress, inquinamento, condizioni climatiche…) che danneggiano la salute
• o intervenire con strumenti di emergenza per correggere le conseguenze delle distorsioni alimentari.
Cioè interventi di mantenimento della salute o interventi di correzione della salute compromessa. Il primo modo è quello scelto dal metodo kousmine, il secondo è quello della medicina convenzionale.
Scegliere il secondo come modo ordinario di mantenersi in buona salute è scegliere l'emergenza invece della normalità. Il primo garantisce le massime possibilità di tamponare i limiti del nostro patrimonio genetico, di evitare danni al nosro organismo, di avere il massimo dalle nostre difese immunitarie. Cioè di avere il massimo di benessere che è possibile al tipo di organismo che la natura ci ha fornito.

venerdì 28 gennaio 2011

LA COTTURA DEGLI ALIMENTI

Se vogliamo rispettare i nutrienti presenti nei cibi, salvaguardare le loro proprietà nutritive, evitare la formazione di prodotti tossici e diminuire la formazione di radicali liberi dobbiamo essere molto attenti al modo di cottura e di conservazione dei cibi. Valutiamoli uno per uno, dal più indicato a quelli da evitare: chiarendo comunque che qualunque sia il metodo, va assolutamente evitata una cottura più prolungata del necessario. La cottura dei cereali sarà trattata nell'apposita pagina.
La cottura al vapore
cestello
Non mi sono mai spiegato perché in Europa la cottura al vapore sia così poco diffusa. Eppure è facile da fare, richiede più o meno lo stesso tempo di cotture molto usate, come la bollitura, preserva profondamente il gusto del cibo. Non occorrono attrezzi costosi: basta inserire in una pentola l'apposita griglia forata in acciaio inox. Evitate i pittoreschi e antigienici cestelli di bambù orientali, preferite le griglie a "a petalo" come quella qui a fianco, che costano pochi euro. Mettete un dito d'acqua in fondo alla pentola (l'acqua non deve toccare il cibo). Appena l'acqua comincia a "fumare" mettete il cibo da cuocere. Curate che non sia troppo pressato, perché il vapore possa circolare. Chiudete il coperchio e abbassate la fiamma quando il vapore ricomincerà ad uscire dal coperchio.
I tempi sono solo di qualche minuto più lunghi della cottura per ebollizione. Potete cuocere insieme differenti verdure quando i tempi di cottura sono identici e le verdure devono già essere mescolate in seguito. Altrimenti cuocetele separatamente o aggiungete in un secondo momento gli alimenti di più pronta cottura. Anche carni e verdure possono essere cotte assieme, quando l'aroma delle verdure impiegate arricchisce il sapore delle carni. La cottura al vapore non si presta per cibi a lunga cottura, per i quali potrebbe essere preferibile la pentola a pressione.
Se usate molto la cottura al vapore (come dovreste…) e lo spazio in cucina lo permette, potrebbe essere utile comprare una vaporiera elettrica per la cottura: ha un timer, consuma poco, è velocissima.

La cottura al cartoccio Un modo molto gustoso per cuocere pesci o fette di carne (ma anche verdure) è la cottura in forno al cartoccio. Dovete avvolgere l'alimento (non troppo grosso) in carta da forno (assolutamente non in foglio di alluminio!), deponendolo su un letto di erbe aromatiche o su rondelle di cipolla o di frammenti di aglio o qualunque altro aroma preferite. Richiudete bene il cartoccio (a "caramella") e infornate in forno già caldo. Servite direttamente i cartocci sui piatti dei commensali.
Una ottima variante è il cartoccio con il pane carasau (o pane frattao, carta da musica). Prendete un foglio di questo pane sardo per ogni cartoccio che intendete fare, lo bagnate da ambo le parti con acqua, lasciandolo riposare su una superficie piana. Intanto preparate il contenuto del cartoccio, che non deve avere parti di scarto (spine, ossa, scaglie, ecc.). Avvolgete con il pane che si è ammollato, deponete i cartocci così preparati in una teglia antiaderente e infornate in forno a 160°: 20 minuti per filetto medio di pesce. Con la carne è meglio dare una precottura leggera al vapore. L'involucro di pane deve essere ben dorato, con qualche macchia più scura. Ê una preparazione deliziosa, perché il pane torna croccante, non ci sono scarti e il profumo del contenuto è pienamente mantenuto.
Infine per un cartoccio originale sono comode le crespelle di riso orientali, vendute già preparate in confezione. Invece di usarle come "involtino" secondo la ricette originale, potete confezionare piccoli cartocci con istruzioni analoghe a quelle date sopra per il pane carasau. Sono adatte anche per gli intolleranti al glutine. Potete trovare la ricetta base in "
I primi di cereali"
La cottura in forno dolce Il forno a temperature non troppo elevate (ma dipende dagli alimenti) è un metodo di cottura gustoso. Il segreto è di introdurre gli alimenti a forno un po' più caldo di quello che serve per la cottura, abbassandolo subito alla temperatura ideale. Particolare cura va messa nel non lasciare asciugare troppo gli alimenti: quelli di lunga cottura devono essere bagnati con un liquido (il loro sugo, del vino, del brodo vegetale) e/o coperti con carta da forno. Occorre ricordare che però la cottura al forno, per le temperature elevate. rischia di danneggiare nutrienti (per es. i grassi polisanturi) soprattutto per cibi porzionati in piccole parti. Per questo il forno per pesce non deve superare 1 160° (145 in forno ventilato) e non essere troppo prolungata.
Il brasato o stufato Il brasato è la cottura di carni o verdure con partenza da freddo, in poco liquido di cottura (può essere vino o brodo vegetale) e fuoco bassisimo. Una volta si faceva in rccipienti di terracotta sulle braci al margine del camino o negli angoli meno caldi delle grandi stufe. Spesso gli alimenti - soprattutto le carni - vengono fatti insaporire prima per molte ore in vino aromatizzato con verdure. Il segreto di un brasato è il fuoco molto basso. Il contenuto della pentola deve fremere appena al calore moderato della fiamma.
Nel brasato i succhi persi nella cottura vengono recuperati nella salsa che lo accompagna, che viene usata per condire primi piatti o per fare gustose "scarpette" da parte dei commensali. Non vanno usate nel brasato carni grasse, perché il grasso rimane nel sugo: a meno che non si voglia fare la delicata operazione del togliere il grasso dal sugo, non facile per un non professionista.
La pentola a pressione La pentola a pressione è comoda, soprattutto per gli alimenti a lunga cottura, legumi e cereali. In questi tempi tempi, con la vita sempre più assorbita da mille occupazioni, appare come la soluzione ideale per velocizzare i tempi di cucina.
Ma è valida sul piano della salute? Rispetta la qualità biologica dei cibi?
È difficile una risposta univoca. La pentola a pressione ha vantaggi e svantaggi, è positiva per alcuni tipi di nutrienti e negativa per altri. Vediamo più concretamente i vari aspetti.
Per i cereali la pentola è senz'altro positiva. Non solo non danneggia le qualità del cibo, ma ne migliora l'assimibilità. Questo risultato che, entro certi limiti, è proporzionale alla temperatura di cottura, è stato attribuito al rilascio di granuli di amido dalla matrice della proteina che li rende più suscettibili alla digestione enzimatica . Il comportamento dell'amido in acqua dipende sia dalla temperatura che dalla concentrazione . L'amido dei cereali in generale mostra un livello molto basso di assorbimento di acqua a temperatura ambiente e anche la sua capacità di dilatazione è abbastanza limitata. A temperature più alte l'assorbimento di acqua aumenta e i granuli di amido sono frantumati; questo porta alla solubilizzazione dell'amilosio e dell'amilopectina fino a formare una soluzione colloidale. Questo è lo stadio della gelatinizzazione.
In parole più semplici, tutte queste trasformazioni chimiche (e in parte fisiche) rendono le proteine del cereale molto più solubili e quindi assimilabili. Aggiungo che gli svantaggi, che sono soprattutto la parziale distruzione di alcune vitamine per la temperatura, sono meno rilevanti nei cereali. Infatti sono già carenti di vit. C, che è quella più termosensibile, mentre sono ricchi di vit. del gruppo B, più resistenti alla temperatura. Inoltre il degrado delle vitamine è in relazione sia alla temperatura che ai tempi di esposizione: se in pentola a pressione le temperature sono più alte, in compenso i tempi sono diminuiti.
Per i legumi vi sono considerazioni analoghe, anche se di natura chimica diversa. Qui il vantaggio deriva dalla migliore distruzione di alcune sostanze nocive o sgradevoli, parzialmente termolabili, contenute in molti legumi. Per esempio composti cianogenetici pericolosi (eterosidi), annullabili sono con un prolungato ammollo e, in parte, con la temperatura di cottura; e oligosaccaridi, responsabili del cattivo odore dei gas intestinali. Anche qui le vitamine del gruppo B, presenti nei legumi, sono meno sensibili alla temperatura della vit. C, quasi assente nei legumi secchi.
Controindicata invece la cottura a pressione per i legumi freschi e per quelli germogliati.
Per le verdure (patate comprese) ritengo la pentola a pressione decisamente controproducente. Intanto i vantaggi della rapidità di cottura sono minimi. I danni di perdita di elementi vitali (vitamine, bioflavonoidi, indoli, ecc.) molto rilevanti.
In conclusione: sì alla cottura in pentola a pressione per cereali e legumi, no per le verdure.
Le pentole antiaderenti Sono molto pratiche perché consentono di preparare pietanze senza l’impiego di grassi. Eppure, sono guardate spesso con sospetto. Vediamo di capire come stanno in realtà le cose.
I recipienti antiaderenti per la cottura sono realizzati in acciaio o alluminio e rivestiti di teflon (un polimero fluorurato dal nome complesso: politetrafluoroetilene o PTFE), sostanza scarsamente reattiva e come tale incapace di reagire a contatto con i cibi. Allo stato attuale delle ricerche, non risulta che il teflon sia dannoso nemmeno in caso di accidentale ingestione. Quanto alla supposta cancerogenicità, va sottolineato che questo materiale fonde intorno ai 260-327°. Soltanto oltre i 350° si degrada e rilascia l'acido perfluorottanoico (PFOA), classificato come potenziale cancerogeno dall’EPA (Environmental Protection Agency) nel 2005, anche se finora nessuno studio l’ha confermato. Ciò non toglie che esista un rischio ambientale nel processo di lavorazione del PFOA.
Ecco alcuni accorgimenti per utilizzare in modo sicuro le pentole antiaderenti:
  • • non lasciarle mai vuote sul fornello: dopo qualche minuto raggiungono la temperatura critica
  • • non infornarle a oltre 300° – temperatura spesso usata per cuocere pane, pizza, farinata
  • • usare sempre utensili di legno per rimestare
Un’ultima osservazione: l'uso dei recipienti antiaderenti è meno rischioso che friggere i cibi. Infatti quando l’olio arriva a 200° si degrada, formando composti tossici responsabili della formazione di radicali liberi e, con il tempo, di tumori (paragrafo a cura di Giuliana Lomazzi).
La grigliata L'uso della griglia è pericoloso, per la formazione di sostanze cancerogene nelle parti bruciate. Più idoneo, se proprio vogliamo griglire con la brace, è l'uso di griglie verticali, che risparmiano i vapori cancerogeni dei grassi che cadono nella brace.
Una leggenda troppo ripetuta la decanta come un metodo di cottura "leggero", perché i grassi uscirebbero dalle carni. È vero solo in parte. È vero invece che nella cottura a vapore si ottiene un effetto ancora più pronunciato di eliminazione dei grassi. Dalla sua, la cottura alla griglia ha l'indubbio splendido sapore che acquistano carni e verdure con questo metodo di cottura.
Che fare? Una soluzione c'è. Quella di usare una moderna bistecchiera, con regolatore di temperatura. Usandola con accortezza si ottiene il gusto del grigliato, senza rischiare bruciature. Adattissima anche nel metodo Kousmine per grigliare zucchine, patate e altre verdure o carni bianche e pesce.

La bollitura in acqua Da evitare sempre, tranne, con le accortezze che diremo, per la cottura di cereali e paste. Può essere tollerata per le carni (recuperando eventualmente il brodo, dopo averlo accuratamente sgrassato) e per alcuni pesci, meno saporiti, da cucinare in court-bouillon. Le verdure cotte in acqua vi disperdono tutte le vitamine idrosolubili. Cuocere degli spinaci in acqua bollente, perdendo quasi tutta la vitamina C di cui sono ricchi, è un po' come buttare il contenuto del sacchetto della spesa e mangiare il sacchetto.
Ovviamente la bollitura in acqua è un metodo ideale per le minestre. Qui le vitamine disperse nel liquido di cottura vengono recuperate perché completamente consumate.
È altrettanto ovvio che è perfettamente idonea la bollitura in acqua dei cereali con l'esatta dose di acqua fino al completo assorbimento, secondo le regole che trovate sotto o nelle ricette base di "
I primi di cereali".
Il fritto È ovviamente il metodo di cottura peggiore. Gli oli scaldati ad alta temperatura denaturano rapidamente. Le nuove molecole che vi si formano entrano in concorrenza con gli acidi grassi polisanturi, ostacolandone l'utilizzo da parte dell'enzima d6-desaturasi, anzi contribuendo alla formazione di prostaglandine infiammatorie. Si formano poi radicali liberi e, con temperature più elevate, possono denaturarsi fino a produrre agenti tumorali.
Se proprio i non malati vogliono togliersi il gusto di fritto, devono badare che l'olio sia uno di quelli ad alto punto di fumo (oliva o arachidi) e sia usato solo una volta.

Il soffritto Uno dei problemi più complessi della cucina naturale è fare il soffritto. Non si può sempre evitarlo, pena la perdita di sapori tradizionali in cucina. Diamo alcuni consigli per raggiungere risultati ragionevolmente accettabili sia sul piano del gusto che di quello della salute. La cipolla va tritata non troppo finemente. Occorre usare una pentola antiaderente, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua. Cuocete per alcuni minuti a fuoco basso e pentola coperta, finché la cipolla si sia ammorbidita. Poi scoprire la pentola e lasciare asciugare a fuoco più vivo, fino a quando comincia ad attaccare sul fondo. A questo punto staccate la cipolla con una spatola di legno e aggiungete gli altri ingredienti. Ho parlato di "cipolla", ma potete procedere ugualmente con il classico soffritto mediterraneo: cipolla, aglio, erbe aromatiche. Ci vuole una certa abilità culinaria ed una discreta esperienza, ma i risultati sono soddisfacenti.
Il metodo più semplice per avere senz'olio un gusto da soffritto di cipolla è però il seguente. Prendete un chilo o più di cipolla, affettatela abbastanza finemente, disponetela su una teglia fa forno e infornate a 210°. Dopo 10 minuti abbassate la temperatura a 180 e continuate finché la cipolla è ben colorata (attenti a non bruciarle). Lasciate raffreddare in forno. Le cipolle così preparate potranno essere conservate per parecchi giorni in frigor, per mesi in congelatore, in recipienti ben chiusi. Ne prelevate di volta in volta quanto vi serve, le tritate se occorre.
Se non riuscite in questo modo, potete usare un cucchiaino scarso di olio EV d'oliva (o meglio spennellare il fondo della pentola con un po' d'olio), aggiungere qualche cucchiaio d'acqua e soffriggere a fuoco bassissimo, all'inizio a pentola coperta, poi, quando l'acqua è completamente asciugata e le cipolle ammorbidite, a pentola scoperta. Il pochissimo olio usato limiterà i danni a livelli accettabili

La cottura dei cereali
I cereali usato nel regime alimentare del metodo Kousmine sono, come più volte detto, integrali. Errate tecniche di cottura dei cereali integrali sono alla base di molte afermazioni del tipo "A me i cereali integrali non piacciono" o "Io non li digerisco" o "Sono troppo duri da masticare". I metodi per cuocerli sono molti: cercherò di dare il più semplice.
L'ammollo
Alcuni cereali vanno ammollati, altri no, per altri ancora è facoltativo. Ecco una tabella per i principali cereali con Cereale = il tipo di cereale considerato: si intende sempre integrale
a
mmollo? = se si deve o no ammollare tempo di ammollo = il tempo in ore in acqua tiepida di partenza e in luogo non freddo liquido di cottura senza ammollo = la quantità di acqua per cuocerli se non sono stati ammollati
il liquido di cottura è indicato in parti per cereale. Per es. 2 significa due parti di acqua per una parte di cereale (due bicchieri di acqua per un bicchiere di cereale)
l
iquido di cottura con ammollo = la quantità di acqua per cuocerli se non sono stati ammollati. Il liquido di cottura è indicato in dita: indica di quante dita l'acqua della pentola deve superare il livello del cereale nella pentola. L'indicazione è data per la pentola a pressione e vale per quantitativi non troppo piccoli (superiori ai 4 etti). Per quantitativi inferiori diminuire un poco l'acqua. tempo di cottura = il tempo totale di cottura reale in minuti, a cui si devono aggiungere almeno 5 minuti di riposo in pentola coperta. I tempi di cottura sono dati per la pentola normale, coperta. Per la pentola a pressione i tempi sono più o meno dimezzati, ma dipendono dalla marca (sperimentate...); in questo caso anche il liquido va diminuito. I tempi e le quantità vanno verificate per il tipo di cereale e il tipo di fiamma che usate.
Cottura
La cottura Sciacquare il cereale se è stato ammollato. Mettere il cereale con l'acqua in una pentola d'acciaio o antiaderente. Portare a bollore a fuoco vivace. Appena comincia a bollire abbassate al minimo la fiamma, in modo da far fremere appena l'acqua. Portare a termine la cottura a pentola coperta per il tempo prescritto. Al termine nella pentola dovrà restare pochissima acqua che verrà riassorbita nei cinque minuti finali di riposo a pentola coperta. Le misure consigliate per l'acqua sono solo indicative: piccole variazioni in più o imn meno dipendono dalla varietà del cereale dalla stagionatura, dal tipo di acqua (più o meno dura). Se risultasse troppa acqua finale, riducetela rapidamente a fuoco vivo.
La tostatura indispensabile per i cereali tipo miglio (ma può essere fatta anche per il riso) viene effettuata a fuoco medio in una pentola di acciaio inox per 5 minuti circa, rimestando continuamente con una spatola di legno.
Terminata la cottura il cereale può essere servito:
• condito con salse come quelle indicate nelle nostre ricette
• o come contorno di ragù di verdure o di carni
• o con umidi di legumi
• o semplicemente condito con olio extravergine di oliva e spezie (origano, peperoncino, tamari, shoiu, ecc.)
VARIATE I CEREALI SULLA VOSTRA TAVOLA: LE LORO QUALITA' NUTRIZIONALI SONO DIVERSE E COMPLEMENTARI.

martedì 25 gennaio 2011

STILE DI VITA PER LA PREVENZIONE DEI TUMORI

1) Mantenersi snelli per tutta la vita, evitando però l'insufficienza di peso. L'indice di massa corporea (IMC = peso in Kg diviso per l’altezza in metri elevata al quadrato) deve essere tra 21 e 23. Sorvegliare il peso nella crescita dei bambini e degli adolescenti affinché l'IMC sia nella zona bassa dell'IMC all'età di 21 anni. A partire dai 21 anni mantenere il peso corporeo nei limiti di 21-23 IMC. Gli adulti evitino l'aumento di peso e soprattutto l'aumento del giro vita.
2) Essere fisicamente attivi ogni giorno. Praticare un'attività fisica moderata (tipo camminata veloce) almeno 30 minuti al giorno. Man mano che le condizioni fisiche migliorano, fissare un obiettivo di sessanta minuti o più di attività fisica moderata o trenta minuti di attività fisica intensa. Questo può comprendere anche l'attività lavorativa o di piacere.
3) Limitare il consumo di cibi ad alta intensità calorica. Evitare le bevande zuccherate. Evitare il più possibile i cibi da fast food.4) Consumare prevalentemente alimenti di origine vegetale. Consumare almeno cinque porzioni (circa 600 gr) di verdure e frutta il più possibile variate (patate e altri alimenti ricchi in fecola non entrano nel computo e devono essere bilanciati da verdure e frutta). Consumare cereali integrali in seme e/o legumi secchi ad ogni pasto. Il pasto deve essere costruito attorno a questi alimenti e non attorno alle carni. Ciò nonostante il rapporto non vuole incoraggiare un'alimentazione senza carne o con pochi alimenti d'origine animale.
5) Limitare il consumo di carni rosse. ed evitare il consumo di carni conservate (affumicate, seccate, salate o con aggiunta di agenti chimici, come salumi ecc.). Le carni rosse comprendono le carni ovine, suine e bovine, compreso il vitello. Le carni rosse non sono raccomandate, ma per chi è abituato a mangiarne si raccomanda di non superare i 500 grammi alla settimana (pesate crude).
6) Limitare il consumo di bevande alcoliche. Non sono raccomandate, ma per chi ne consuma si raccomanda di limitarsi ad una quantità pari ad un bicchiere di vino (da 120 ml) al giorno per le donne e due per gli uomini, solamente durante i pasti. La quantità di alcol contenuta in un bicchiere di vino è circa 10 15 gr di alcol etilico, pari a quella contenuta in una lattina di birra e in un bicchierino di un distillato o di un liquore.
7) Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale. Evitare cibi contaminati da muffe (in particolare cereali e legumi). Assicurarsi quindi del buon stato di conservazione dei cereali e dei legumi che si acquistano, ed evitare di conservarli in ambienti caldi ed umidi.
8) Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo. Di qui l’importanza della varietà. L’assunzione di supplementi alimentari (vitamine o minerali) per la prevenzione del cancro non è raccomandata, anche se il rapporto prevede qualche eccezione.
9) Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi con solo latte materno senza altre aggiunte, acqua compresa. L'allattamento protegge sia la madre che il figlio.
10) Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato. Ci possono essere eccezioni o variazioni in casi particolari, secondo i tipi di tumore o i trattamenti.

COMUNQUE NON FARE USO DI TABACCO.
In pratica
Consigliamo una visita presso un terapeuta kousminiano specializzato nell’alimentazione antitumorale (non basta la semplice alimentazione kousmine generica). La sintesi che trovate qui di seguito serve solo ad iniziare una terapia, che deve essere necessariamente completata dalla visita.
In sintesi
Si raccomanda di introdurre ogni pasto con un'abbondante porzione di insalata: variata e di stagione.Consumare prodotti animali al massimo una volta al giorno, meglio a mezzogiorno: pesce (pescato, non allevato) o frutti di mare almeno 2 volte alla settimana: mai fritto e non troppo cotto; carni bianche, non oltre due volte alla settimana; uova fino a 4 alla settimana, meglio alla coque o occhio di bue. Niente insaccati o affettati.Nei pasti senza prodotti animali assumere cereali con LEGUMI iniziando con gradualità. Molto utili i prodotti a base di soia, tipo tofu. Preferire alla pasta (meglio quella di farro) altri cereali, preferibilmente in chicco: riso, orzo, miglio, mais, grano saraceno, quinoa…
Molte verdure anche cotte: preferire la famiglia delle cipolle, dei cavoli, cicoria e radicchio, carote, sedano, prezzemolo. Pomodori meglio cotti in salsa con olio. Importante l’uso di aromatiche: rosmarino, origano, timo, salvia, ecc. e di condimenti come la curcuma e il miso.
Cereali integrali e assolutamente biologici. Preferire legumi e verdure biologiche.
Eliminare latte e latticini, tranne yogurt magro di qualità, più raramente ricotta
magra e qualche spolverata di parmigiano o pecorino. Condimento: olio EV di oliva usato a freddo.
Fare il più regolarmente possibile la crema Budwig a colazione. Uso ragionevole della frutta (meglio frutti di bosco) fuori pasto o a colazione. Diminuire radicalmente gli zuccheri (e solo zucchero integrale o miele).
MASTICARE BENE E LENTAMENTE. Bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno.

Integratori

Si evitino tutte le vitamine, isolate o in complessi (accettabile la vit C con il metodo Pantellini).
Molto raccomandabili concentrati equilibrati di frutta e verdura, tipo JuicePlus (NSA) o Fitodry (OTI)
Raccomandato l’uso di curcuma (un cucchiaino nel cibo) accompagnata da una presa di pepe nero.
Utile l’uso dello zenzero, nel cibo e in tisane, e di tè verde (meglio se di origine giapponese) infuso per almeno 6 minuti.
Assumere 1 gr di omega 3 nei giorni in cui non si mangia il pesce.
Assumere 2 gr di olio di borragine (in capsula): 5 giorni alla settimana e tre settimane al mese.

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